Just give me a reason just a little bit's enough

Beverly - Alex

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    Era passata qualche settimana da quando era andato a prendere Beverly a scuola ed erano stati a pranzo insieme e da quel momento, avevano continuato a sentirsi e ogni tanto anche a vedersi. Non stavano insieme, non si erano mai baciati e non si erano neanche mai create situazioni imbarazzanti, ma comunque si vedevano come due amici. Si poteva dire così no?! Era decisamente quella la situazione che si era andata a creare fino a quel momento. Non sapeva se si sarebbe evoluta in qualcos'altro o se sarebbe rimasta così ma comunque, per ora gli stava bene così. Quella sera aveva preso un appuntameto con un ragazzo che conosceva da un po', che voleva acquistare da lui della droga e avevano deciso di vedersi in serata al laghetto che si trovava nel parco, perchè era un luogo deserto e sicuramente la sera nessuno li avrebbe beccati. Si ricordò però, subito dopo aver accettato l'incontro con il suo "cliente" che si era organizzato con Beverly per andare a cena con lei e ci aveva anche messo parecchio per convincerla, quindi non avrebbe mandato a monte tutto. Avrebbe portato lei a cena fuori e successivamente si sarebbe fatto accompagnare da Ryan, tanto sarebbe stato un incontro svelto e avrebbe fatto di tutto purchè lei non scoprisse chi fosse o cosa doveva fare. Quel pomeriggio si preparò in tutta calma e una volta pronto, dopo aver indossato un semplice jeans scuro stretto, una maglia bordeux e sopra una giacca nera, prese il cellulare e mandò un sms a Beverly dicendole di prepararsi perchè entro 10 minuti sarebbe stato a casa sua. Oltretutto, non abitavano neanche troppo lontano. Mise in moto la sua automobile e si recò verso casa della ragazza. Le squillò non appena fu sottocasa e spense il motore, perchè era certo che avrebbe ritardato, come tutte le ragazze e come aveva sempre fatto. Si presentò infatti circa quindici minuti dopo e non appena la vide le sorrise Non ti smentisci mai le disse, riferendosi ovviamente al ritardo che aveva fatto, ma comunque non gli pesava, insomma, ci era abituato, poi con lei, non sapeva bene perchè, riusciva a sopportare tutto. Sei tipa da fast food, quindi il luogo dove ti porterò a cena sono sicuro ti piacerà le disse poi, mettendo nuovamente in moto la macchina. Conosceva un chioschetto, non lontano dal lago e dal parco dove avrebbe incontrato Ryan, che aveva anche i tavolini su cui si poteva sedere e faceva panini di tutti i tipi e non solo Sì, ha anche le patatine fritte aggiunse, prima che lei potesse dire altro. Camminò lungo le strade stranamente deserte delle città e ad un certo punto svoltò a destra, giunto a destinazione. Parcheggiò la sua auto, spense il motore e scese dalla macchina, seguito da Beverly. Si incamminarono verso il pullmino del fast food e fece cenno a Beverly di sederti Crocchette di pollo e patatine fritte, no? le chiese giusto per conferma. Era certo che fosse quello il mnù che volesse, ma comunque era sempre meglio domandare.
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    Dovevo ammetterlo, Alexander Matthews non era quel genere di ragazzo che dopo un pò smetteva di starti col fiato sul collo, ti pressava, faceva in modo che non potessi dimenticarti della sua esistenza. Dopo quel pranzo veloce che avevamo condiviso un paio di settimane prima, era capitato ancora di vedersi, magari per una semplice passeggiata o per un gelato, a volte erano stati incontri casuali, mentre altre volte ci eravamo incontrati volontariamente. Sinceramente, non sapevo che potesse trovarci in una come me, avevo diciotto anni e lui ne aveva ventitré, che cosa poteva trovare d'interessante in una come me che avrebbe potuto considerare una bambina? Mentre me lo chiesi, sprofondai letteralmente sotto il pelo dell'acqua piena di schiuma della vasca da bagno. Solitamente non facevo mai la vasca, ma la doccia, era più veloce e pratica, ma quel giorno decisi di prendermi un pò di tempo per me, di rilassarmi e dedicarmi alla cura del mio corpo con quel buonissimo bagnoschiuma che sapeva di zucchero filato. Finito il bagno, mi ero asciugata con cura il corpo e ancor di più i capelli, appena lavati sembravano ancora più folti e lucenti, mi piacevano i miei capelli e decisi di lasciarli naturalmente lisci e di non legarli. Non sapevo dove saremmo andati quella sera, non mi aveva voluto dire niente, forse voleva mantenere il mistero, con quella tattica era riuscito a strapparmi quell'appuntamento, perchè solo così si poteva chiamare. Sarebbe venuto a prendermi a casa, anche se non volevo che vedesse dove abitavo, avevo paura che mio padre potesse fare una scenata, ma per fortuna, quella sera la buona sorte era dalla mia e quando uscì, papà era addormentato sul divano. Chissà se aveva cenato. Dopo tutto, non potevo non preoccuparmi per lui. Non sapevo dove mi avrebbe portato e così decisi di indossare un vestito color del uva o per meglio dire, del mosto sopra al quale non poteva mancare la mia giacca di pelle nera e ai piedi decidi di indossare i miei stivaletti neri. Mi sembrava un look abbastanza versatile, adatto a qualunque posto, no? Mi mandò un sms quando partì di casa e a momenti mi venne un colpo, dovevo ancora finire di truccarmi, non che avessi bisogno di un restauro completo, mi bastava un pò di colore sulle guance, il mascara e la matita nera per accentuare il mio sguardo, già solo quello faceva tanto da solo. Sulle labbra vi passai del semplice burrocacao e poi, quando stavo per uscire a momenti dimenticavo la borsa. Uscì di casa di corsa e non mi resi conto di aver sbattuto, forse troppo forte la porta di casa.
    «Lo so, ho fatto tardi, ma non trovavo le chiavi.» gli dissi una volta entrata nella sua auto, non lo salutai neppure tanto ero presa a scusarmi motivando quel mio ritardo. Non mi piaceva essere in ritardo, non ero mai in ritardo, farmi aspettare era odioso esattamente come aspettare. Mi sistemai il vestito velocemente, mentre presi la cintura di sicurezza che allacciai subito dopo voltandomi a guardarlo. Wow... Eravamo vestiti quasi in coordinato, era stupefacente. Decisi di non farglielo notare, volevo passare una serata piacevole, ne avevo bisogno, il fine settimana doveva cominciare bene, no? Mi volsi a guardarlo e congiunsi le mani sulle gambe.
    «Sono discretamente curiosa, lo sai?» domanda retorica la mia, ero davvero incuriosita dal luogo che aveva scelto per la nostra cena, non sapevo che cosa aspettarmi a dire il vero, ma speravo che non scegliesse lo stesso posto in cui avevamo pranzato due settimane fa e non perchè non fossi vestita adeguatamente, di quelle cose mi importava poco a dire il vero. Non so davvero che cosa mi aspettassi e sapere che vi erano le patatine fritte di certo non mi dispiaceva. Gli sorrisi semplicemente guardando fuori dal finestrino, non poi che sospirare profondamente preparandomi a quella che sarebbe stata la serata. Avevo fatto bene ad accettare il suo invito? Una volta giunti, mi resi conto che il luogo prescelto era il parco, un bel posto anche di sera e quel chioschetto avevo sempre voluto provarlo, si diceva che fosse uno dei migliore di Washington! Ci avvicinammo al bancone e prontamente Alexander ordinò per me.
    «Stai cominciando a conoscermi... E' perfetto!» non avevo avuto modo di guardare se vi fosse anche altro da mangiare, sicuramente un hamburger non l'avrei preso, sarebbe stato troppo rischioso e la possibilità di una macchia a causa della salsa era esattamente dietro l'angolo. Non sapevo neppure che cosa avrei potuto prendere, non avevo fatto in tempo a leggere sulla lavagna, ma dopo tutto, quello che Alex aveva azzardato per me andava più che bene, speravo solamente che non credesse che mangiassi solo quello. Mi scostai dal bancone del chiosco e mi guardai in giro, vi erano dei gruppi misti, un trio di ragazzi che se la ridevano di gusto e un gruppetto di ragazze che non mancarono di passare ai raggi X proprio Alexander. Fa furore il ragazzo... mi ritrovai a pensare fra me e me prendendo il polso sinistro con la mano destra mentre mi voltai ruotando sulle punte voltandomi a guardare il parco discretamente illuminato. Non mi andava ancora di sedermi.

    Beverly Walker - 18 anni

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    Lui non si aspettava niente da quella serata, almeno per quanto riguardava Beverly. Era uscito con lei e l’aveva portata a cena fuori, anche se un panino ad un fast food ambulante non era proprio uno dei luoghi più chic e più adatti ad un appuntamento, ma in quel poco tempo che si conosceva, aveva imparato a capire Beverly e i suoi gusti e sapeva perfettamente quanto adorasse il pollo e le patatine ed era certo di andare sul sicuro, piuttosto che fare figuracce e portarla in posti diversi da quello, con menù più particolari, anche perché, a dirla tutta, non avrebbe neanche potuto permettersi una cena in un ristorante “serio”. Il fast food era sicuramente più economico. L’unica cosa che sapeva e che aveva programmato per quella serata era l’incontro con Ryan, per vendergli della droga e guadagnarci qualcosa. Si era sentito maledettamente in colpa ad aver trascinato anche Beverly lì, ma si trovava davanti a due cose a cui non poteva rinunciare: lei, che gli stava cambiando leggermente la vita, senza saperlo ovviamente, e la droga a tutto ciò che poteva guadagnare da una vendita. I soldi facevano comodo, soprattutto se fatti così, almeno per uno come lui che era entrato in quel giro e difficilmente ne sarebbe uscito e la compagnia di Beverly era fantastica e non viavrebbe mai e poi mai rinunciato. Per un momento aveva pensato di dirle la verità, di dirle che si sarebbe dovuto allontanare per un attimo da lei, fare una vendita e poi sarebbe tornato, dopo pochi minuti, ma probabilmente lei se ne sarebbe andata e sarebbe fuggita, comprensibilmente, dicendogli di non volerlo più vedere e avrebbe avuto ragione, in quel caso non avrebbe potuto fermarla, ma forse sarebbe stato anche peggio se l’avesse scoperto da sola, dopo, doveva quindio cercare di non farsi scoprire. Stai cominciando a conoscermi... E' perfetto! rispose lei dopo che lui ebbe fatto l’ordine per entrambi. Diciamo che queste settimane mi sono state utili per capire qualcosa in più su di te.. le rispose semplicemente con un sorriso. Il cameriere dietro a quel camioncino preparò in fretta il suo hot dog, le crocchette di polle e due porzioni di patatine fritte e porse tutto ad Alex Tieni un secondo disse a Beverly, dandole il vassoio che aveva in mano, in modo da poter prendere il portafoglio e pagare il tutto. Prese anche una Diet Coke e una birra per lui e dopo aver ricevuto in cambio il resto dal cameriere, riprese in mano il vassoio e lo poggiò su un tavolino, poi si sedette e aspettò che Beverly facesse lo stesso. Allora, che ne pensi di questo posto? le chiese, prendendo una patatina dalla sua bustina e mangiarla. Insomma, anche a lui piaceva il cibo spazzatura, non era solo Beverly amante delle patatine, ma anche lui, come tutti i ragazzi della loro età A me piace un sacco. Soprattutto di sera.. e il parco e il laghetto sono ancora meglio le disse poi. Le avrebbe fatto piacere fare una passeggiata con lei al lago, nel parco e parlare, uno accanto all’altra. Non era un tipo romantico, anzi, non sapeva nulla del romanticismo, ma le passeggiate le piacevano, soprattutto di sera.
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  4. Læyla
     
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    Stava cominciando a capirmi un pò, anche se parlare dei gusti in fatto di cibo non significava proprio conoscere una persona, ma per lo meno, non mi dispiaceva. Di solito non m'importava se la gente mi capisse o meno, anzi, erano più le volte che equivocavano, che sbagliavano opinione su di me, che le volte che capivano giusto, ma a me non interessava, non vivevo delle opinioni della gente su di me. A volte, però, mi ero chiesta chi fossi realmente, che cosa fosse realmente giusto dire su di me o meno. Mi porse il vassoio con le nostre ordinazioni e nuovamente pagò lui, era un gesto galante il suo, ma non era giusto, noi donne avevamo così ardentemente desiderato la parità dei sessi, che non potevo lasciare che pagasse sempre lui.
    «La prossima volta però, faccio io, intesi? O mi vedrò costretta a minacciati con un altra patatina fritta in mano!» dissi con la mia solita ironia, seppur fossi anche seria, era un discorso che mi premeva, io non ero come le altre ragazze, ergo non dovevo farmi offrire sempre il cibo da un ragazzo se mi vedevo con lui per cenare. Sia chiaro, l'apprezzavo molto come gesto, ma non doveva sempre andare a finire così. Riprese il vassoio ed io lo seguì verso il tavolino che decise di occupare sedendomi di fronte a lui, mi tolsi la borsa che appoggiai nella panchetta alla mia sinistra, mentre tenni il giubbino, non era poi così caldo da toglierselo.
    «Lo sai, vero, che non mangio solo crocchette e patatine, in quel caso, non starei neppure in questo vestito e non bevo solo Diet...» non volevo che si facesse un'idea sbagliata in questo caso, per quanto riguardava la Diet, potevo anche bere acqua o una birra soprattutto, solo perchè non avevo raggiunto l'età legale per bere, non significava che non mi piacesse, anche se non mi ero mai lasciata andare e quindi ubriacata, una birra l'avrei bevuta, in fondo lui era un ventitreenne e poteva prenderla anche per me, il tizio del camioncino non avrebbe fatto storie. Avrei sempre potuto rubare la sua birra almeno per un sorso, giusto per sentire il sapore pungente del malto.
    «E' molto bello come posto, diciamo che è caratteristico e dice qualcosa di te!» risposi facendogli l'occhiolino sfiorando, casualmente la sua mano mentre andai a prendermi una patatina, poichè le due confezioni erano l'una accanto all'altra. Sarebbe stata una bella serata, me l sentivo.
    «Un laghetto, interessante... Ci fanno anche le garette con le barche?» non erano delle canoe, ma delle barchette di legno semplici, c'era chi faceva le gare con le moto o le macchine e chi lo faceva con le barchette a remi, ne avevo letto su un giornale una volta, non me la stavo inventando io!

    Beverly Walker - 18 anni

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    Beverly sembrò apprezzare il fatto che lui le avesse offerto, nuovamente, un pasto ma era evidente che non considerasse giusto il fatto che pagasse sempre lui. La prossima volta però, faccio io, intesi? O mi vedrò costretta a minacciati con un altra patatina fritta in mano! sorrise a quelle parole, tornando con la mente a quando avevano pranzato insieme la prima volta e lei lo aveva "minacciato" utilizzando una patatina fritta che poi si era anche mangiata Minacciami quanto vuoi, non ho paura le rispose. Ok, forse avrebbe anche potuto farla pagare, ma non una cena, semmai un gelato o una bibita. Alex non era certo uno di quei ragazzi super romantici e super galanti, e non pagava il pranzo o la cena alla ragazza per quello, perchè era un uomo e "doveva" farlo, ma perchè gli faceva piacere offrirle la cena, tutto lì e sperava solo che lei lo capisse e che non considerasse quel suo gesto come un dovere o un obbligo. Lo sai, vero, che non mangio solo crocchette e patatine, in quel caso, non starei neppure in questo vestito e non bevo solo Diet... disse poi leik, dopo che ebbero iniziato a mangiare. Annuì a quelle sue parole e la guardò. Certo! o almeno, me lo auguro disse ridendo. Insomma, quel cibo non era propriamente il più salutare del mondo, anzi, non faceva bene, ma era così buono che ogni tanto lo si poteva mangiare ma dato che non so che altro ti piace.. so che portandoti in posti come questo vado sul sicuro le disse, rispondendole alla sua affermazione e giustificando il fatto che l'avesse portata lì. Addentò poi il suo hot dog e prima di portare la bottiglia di birra alla bocca, la mostrò alla ragazza, per offrirgliela vuoi? le chiese. Era illegale in america che i ragazzi al di sotto dei 21 anni bevessero alcolici, ma nessuno se ne sarebbe accorto e non sarebbero certo finiti nei guai. E' molto bello come posto, diciamo che è caratteristico e dice qualcosa di te! Un laghetto, interessante... Ci fanno anche le garette con le barche? gli disse poi Beverly, sfiorando per un attimo e casualmente la sua mano. A quel contatto la guardò e le sorrise, per poi risponderle E cosa direbbe di me? le chiese poi curioso e con un sorriso. Insomma, un posto che diceva qualcosa di lui?! Nessuno gli aveva mai detto qualcosa di quel genere, quindi era curioso di sapere a cosa alludesse. Annuì poi alla sua domanda Si, fanno anche le gare con le barche. Potremmo venirci ogni tanto a vederle.. che ne dici? le disse, per poi sorriderle. Le stava chiedendo, indirettamente, un altro appuntamento in pratica e sperava che afferrasse quell'invito e che, soprattutto, accettasse.
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  6. Læyla
     
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    Era davvero più carino quando sorrideva, a volte sembrava sempre così pieno di pensieri che i lineamenti del suo viso diventavano così duri da farmi pensare, che neppure uno scalpello avrebbe potuto ammorbidirli. Mi piaceva quella consapevolezza che quei sorrisi erano in parte causati da me, era quello che mi piaceva, quel clima disteso, quella facilità di risate e semplice divertimento. Lo ammetto, la prima volta che lo vidi, non avrei mai immaginato che ci sarebbe potuto essere quel rapporto fra di noi.
    «Non hai paura delle mie minacce?» gli domandai in piena ironia, il solito modo che avevo io di rispondere a lui, ormai l’aveva sicuramente capito che non ero solamente quella ragazza acida e difficile che aveva conosciuto all’inizio. Forse, il suo insistere con me, stava portando ai suoi frutti. Risi divertita alla sua risposta, quella consapevolezza che non cenassi sempre e solo con quelle pietanze, sembrava sinceramente divertito di trovarsi con me. Io? Ci stavo bene. Era andato sul sicuro scegliendo di portarmi a mangiare quel genere di cibo, non l’avevo certo criticato per quella scelta, poteva fare quello che voleva e capivo che non volesse rischiare con me e con il mio carattere variabile come il tempo. Prese la birra e poco dopo me la porse, che si fosse sentito in dovere? Non era una scelta facile quella se mi fosse realmente interessato fare una figuraccia con lui accettando o non accettando la sua proposta.
    «Grazie!» – gli risposi afferrando la bottiglia di birra. Posai il vetro alle labbra e ne feci un bel sorso, era decisamente piacevole, era pure buona quella birra, non che pensassi che facesse schifo, ma a volte capitava che alcune birre non mi piacessero, come la bianca. Gli dissi che la scelta di quel posto diceva qualcosa di lui, avrebbe potuto scegliere anche il fast food vicino all’autostrada o quello in cui già eravamo andati a pranzo, ma aveva scelto quel posto vicino al parco e al laghetto.
    «Beh… Prima di tutto, che hai una punta di romanticismo… Che t’interessa farmi stare a mio agio, scegliendo un posto il cui cibo e vicino ai miei gusti, che hai un leggero timore nel rischiare con me. Sbaglio?» non avevo detto niente di negativo, per come la vedevo io, anzi, sarebbe dovuto essere contento, felice di quello che avevo detto, non ero stata carina, anzi, avevo detto sinceramente quello che pensavo. Gli sorrisi e presi un'altra patatina che addentai e poi feci sparire tutta nella mia bocca, le amavo davvero, infatti, subito dopo ne presi altre due. Gli chiesi se era quello uno dei laghetti della città in cui ci facevano le gare e lui me lo confermò proponendomi di andarle a vedere. Io non feci proprio caso a quella velata richiesta di un altro appuntamento con me.
    «Macchè… Non voglio vederle… Dobbiamo farla! Ho sentito che sono super divertenti!» risposi tutta eccitata da quell’idea di partecipare ad una gara di barche con lui che remava e io che cercavo di dargli stimoli, di motivarlo a vogare sempre più forte. Lui avrebbe faticato, ma poi la gloria sarebbe stata d’entrambi, io avrei dato gran voce alle mie corde vocali, sarebbe stato decisamente divertente, soprattutto se avessimo vinto, cosa certa per me. Che ci faceva con quei muscoli lui, se non li usava per questo genere di cose?

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    Non hai paura delle mie minacce? gli disse Beverly ironicamente e con il sorriso sulle labbra. Alex rise nel sentire quelle parole e poi scosse la testa Prima di tutto diciamo che non ho paura di niente. Per chi mi hai preso? Per uno che si spaventa facilmente? le rispose anche lui con fare ironico, più per farle conoscere un altro lato di lui che per altro. Insomma, non era un ragazzo pauroso, che si spaventava facilmente anzi, niente gli faceva paura ed era giusto che lei lo sapesse. Insomma, si stavano man mano conoscendo sempre di più, quindi era giusto che imparasse ad interpretare tutto di lui, tutto ciò che faceva e tutto ciò che le diceva, in modo che arrivasse a conoscere anche la minima cosa del suo carattere. Era contento che Beverly, mano mano, si fosse sciolta con lui e non fosse rimasta la seriosa e scontrosa ragazza che si era dimostrata quando lui si era presentato senza preavviso e come se nulla fosse, davanti la sua scuola, dove, col senno di poi, probabilmente non sarebbe mai andato. Accettò poi con gioia la sua birra e ne bevve un lungo sorso. Era evidente quanto le piacesse, ma negli Stati Uniti le regole erano rigidissime e non si potevano infrangere: i minorenni non potevano bene alcol in pubblico. La guardò poi curiosa quando disse che quel posto diceva qualcosa di lui e attese in silenzio e con ansia che rispondesse alla sua domanda, sul cosa diceva di lui. Beh… Prima di tutto, che hai una punta di romanticismo… Che t’interessa farmi stare a mio agio, scegliendo un posto il cui cibo e vicino ai miei gusti, che hai un leggero timore nel rischiare con me. Sbaglio? sentì la sue parole e quasi gli venne da ridere quando parlò di romanticismo. Io romantico? No. Credimi, sono la persona più lontana dal romanticismo che tu possa avere mai incontrato in vita tua, ma non volevo sbagliare quindi ti ho portata in un posto dove ero sicuro avresti mangiato, tutto lì disse alla ragazza, spiegando i motivi che l'avevano portato lì con lei e dicendole che non era assolutamente un tipo romantico, anzi. e no ho timore nel rischiare con te.. credimi le disse, puntando i suoi occhi chiari in quelli altrettanto chiari della ragazza, per poi sfiorarle, volutamente, la mano che era sul tavolo. Mandò poi giù un sorso di birra, dopo aver dato un altro morso al suo hot dog. Macchè… Non voglio vederle… Dobbiamo farla! Ho sentito che sono super divertenti! disse poi lei riguardo le gare sul laghetto. Rise nel vedere la sua espressione allegra e la sua gioia nel dire una cosa del genere Non sono bravo a remare.. le barche non sono esattamente il mio forte ammise. Aveva provato una volta ad andare in barca, ma quella gita non aveva avuto la fine sperata, quindi da quel momento aveva preferito smetterla. Stava per mangiare un'altra delle sue patatine, quando sentì il suo cellulare suonare, lo tirò fuori dalla tasca e guardò il display per vedere chi fosse: Ryan. Gli aveva mandato un messaggio dicendogli che era arrivato. A quel punto guardò Beverly Devo incontrarmi un attimo con.. un amico disse, mettendosi un po' per dire "amico", dato che aveva pensato più volte a come chiamarlo davanti a lei ti dispiace aspettarmi qui? le chiese. Non voleva che lei lo seguisse, che lo vedesse vendere cocaina ad un altro ragazzo e che scoprisse tutto, anche perchè sicuramente se ne sarebbe andata, sarebbe fuggita, ma quella volta per sempre. A quel punto si alzò, aspettando però prima una qualche reazione da parte della ragazza.

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    Edited by #sterek; - 1/9/2013, 15:10
     
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  8. Læyla
     
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    Mi stavo rammollendo forse? Chi mi avrebbe visto in quel momento, avrebbe stentato di riconoscermi, io Beverly Walker che amabilmente cenavo con un ragazzo più grande di come come se fosse una cosa normale? Avrebbero pensato di avere un'allucinazione o qualcosa del genere. Ammetto che le avrei anche compresi, avevano ragione e non sapevo neppure io che cosa ci trovassi in Alexander. Stavo scherzando con lui e lui faceva lo stesso con me con quella sua ironia che si velò di serietà, sembrava come se non riuscisse, dopo un pò a tornare alla sua natura seriosa e da macho. A me non interessava se avesse paura o se era facile allo spavento, lo stavo minacciando con una patatina fritta, che terrore mai potevo incutere? Era un gioco...
    «Sei come quel tizio della tv allora... Quello che non ha paura di niente, lui, uomo tutto d'un pezzo.» risposi prendendo fra i denti la cannuccia della mia bevanda. Non mi ricordo il nome del personaggio a cui avevo sentito dire quelle parole, di cui sapevo possedeva quelle caratteristiche, l'avevo sicuramente visto di sfuggita e non pensavo che mi sarebbe venuto utile, almeno, non fino a questo momento. Ammetto che però l'avrei voluto vedere in un vero momento di terrore, come in una di quelle classiche case da film horror in legno, vecchie e decrepite, tutte scricchiolanti. Si, sarebbe stato divertente. Fu così che tornammo a parlare di lui, cosa che non mi dispiaceva, se si parlava di lui o di altro, non si parlava di me, essere al centro dell'attenzione non era una di quelle cose per cui smaniavo. Gli dissi l'idea che mi aveva dato la sua scelta del luogo della nostra cena e lui, in tutta risposta si mise a ridere negando di essere romantico. Ma stava scherzando? Non si era forse guardato in giro? La tipica non luce della sera, tavolini abbastanza appartati, ci mancava solo la candela in mezzo, le luci della città, il laghetto sullo sfondo, non era decisamente un luogo privo di un tocco romantico.
    «Non ho mica detto che ci ha fatto il bagno nel romanticismo!» – esclamai prontamente appoggiando la bibita di fronte a me andando ad afferrare un altra crocchetta, erano particolarmente buone, doveva esserci un'ingrediente segreto nella pastella, ne ero quasi sicura dall'alto della mia esperienza in crocchette di pollo. Dissi poi qualcos'altro che mi colpì di più della sua negazione e del suo desiderio di non sbagliare, non aveva timore di rischiare, anche in questo caso non aveva paura. Che cosa intendeva precisamente? Che cosa significava per lui, non aver paura di rischiare con me? Non ero una di quelle che le cose se le lascia dentro, se avevo una domanda, l'esponevo, infatti, era quello che stavo facendo, aprì la bocca e un suono quasi stupido uscì dalla mia voce, poichè abbordi le mie parole. Il suo telefono aveva suonato e non ero io a richiedere la sua attenzione, ma un "amico" da quello che erano le sue parole. Gli avrei pure voluto chiedere che cosa fosse il suo forte, se le garette in barca non lo erano e capì anche il perchè non voleva farle, ma solo vederle. Abbassai lo sguardo sulle patatine fritte e poi lo rialzai sulla sua figura in piedi che mi chiedeva di aspettarlo esattamente dov'ero. Annuii.
    «Certo, vai pure.» gli risposi rivolgendogli un leggero sorriso, per poi seguirlo con lo sguardo mentre si allontanava. Addentai una patatina e poi un altra ancora. La mia testa stava ragionando, il criceto stava facendo girare la ruota. Che avesse scelto quel posto, perchè doveva incontrare questo fantomatico amico? Ecco il perchè di tutte quelle sue parole sul non essere romantico e via discorrendo. Non sapevo come sentirmi, ma una cosa la feci, gli rubai un ampio sorso di birra e poi un altro ancora, non bevevo spesso, anzi, diciamo pure quasi mai. Mi guardai in giro e notai una ragazza alzarsi e seguire proprio Alex, che fosse un caso che stesse facendo la sua stessa strada? Che non si dovesse trovare con un amico, ma con una ragazza? Fu allora che mi venne in mente la tragica possibilità che potesse aver due appuntamenti in una serata unica, ecco perchè mi aveva portato lì, non per fare colpo su di me, di quello non gliene fregava più di tanto, eravamo lì, perchè con qualcun altro doveva trovarsi lì. In quel momento, non potete immaginare come mi sentissi un'idiota. Com'ero stata stupida. Scossi la testa e guardai nella direzione in cui Alex era sparito, ma non vidi niente e quella ragazza non era ancora tornata ed erano passati dieci minuti, non erano un pò troppi? Evidentemente, lui e i suoi incontri con gli amici, non erano poi così celeri. Ogni volta che succedeva qualcosa che non andava, non so perchè, sentivo la voce di mio padre nella testa che mi dava della svergognata, seguita dalla voce di Shenae che mi derideva avvalorando la sua tesi su quanto patetica e inutile fossi e di come, sicuramente Alex si stesse divertendo con qualcos'altro, aka, qualcun'altro. Abbassai lo sguardo su quello che restava della mia cena, quasi la metà e già mi sentivo sazia, precisamente mi sentivo venire la nausea. Guardai l'orologio attaccato al camioncino, erano passati 15 minuti, un lasso di tempo troppo ampio per la mia pazienza, così mi alzai, presi la mia borsa e lasciai tutto lì, non sarei diventata il suo zimbello. Mi sistemai la giacca di pelle e m'incamminai verso la strada, il marciapiede, prima o poi sarei arrivata alla fermata di un'autobus, almeno, me lo auguravo.

    Beverly Walker - 18 anni

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